Sono passate già due settimane dal 13 marzo, giorno in cui Google ha lanciato l'ultimo aggiornamento del suo algoritmo. Possiamo quindi analizzare gli effetti che ha portato ai vari siti e valutare come affrontare gli scossoni che inevitabilmente si è portato con sé.
Come sempre succede, Google ci informa quando viene lanciato un nuovo aggiornamento ma non ci dice cosa realmente è cambiato nel suo algoritmo. Sappiamo solo che il nuovo aggiornamento, chiamato Florida 2.0 è un miglioramento del precedente, il Core Update del 1° Agosto 2018. Core Update è stato definito anche "Medical Update" in quanto andò a toccare soprattutto i siti in ambito medici, fitness, salute e benessere. In questo caso, invece, gli effetti si sono fatti sentire su tutte le categorie, indipendentemente da quale settore sia trattato dal sito. Questo succede perché gli aggiornamenti di base di Google non hanno un target particolare, né si rivolgono a specifiche caratteristiche del sito stesso, ma puntano a migliorare l'esperienza degli utenti online.
Google ha voluto specificare che questo nuovo aggiornamento non c'entra niente con quello che fu uno dei più temibili scossoni dati dal gigante californiano, Florida nel 2003. Florida fu il primo grande aggiornamento dell'algoritmo di Google. Il fatto più grave è che fu lanciato proprio durante il periodo dello shopping natalizio. Moltissimi siti ne furono travolti, scomparendo completamente dalla SERP. Immaginati il danno colossale per un'azienda che vede calare bruscamente tutto il suo traffico nel giro di pochi giorni. Per questo, per evitare fraintendimenti, Google ha subito specificato che il nome Florida attribuito a questo nuovo aggiornamento 2019 si deve esclusivamente al fatto che sia stato presentato durante la conferenza SEO di Pubcon, in Florida appunto. Dopo le prime voci allarmate, addirittura, è stato ulteriormente specificato con un tweet quale sia il nome corretto dell'aggiornamento, ovvero March 2019 Core Update.
Leggendo su vari forum internazionali, sembra che i siti che avevano avuto un grande giovamento da Core Update 2018 abbiamo rilevato delle perdite in seguito a Florida 2.0. Al contrario, siti penalizzati in passato hanno subito un importante rialzo. Questa non vuol essere una regola precisa, ma serve solo far capire quanto la SEO non sia una materia statica, ma una disciplina in continuo divenire.
I SEO con qualche anno di esperienza alle spalle, sanno benissimo che aggiornamenti Google di questo tipo sono del tutto normali e anche le fluttuazioni di un sito non devono destare troppa preoccupazione. Non bisogna però abbassare la guardia, ed essere pronti ad agire per limitare i danni e tornare a crescere nella SERP.
Indifferentemente dalle prestazioni, siti con milioni di visitatori ogni mese o siti da poche centinaia di click, si sono svegliati con una brusca variazione del traffico. Qualcuno ha rischiato addirittura di uscire dalla SERP, altri hanno avuto un balzo improvviso verso l'alto. Se il tuo sito è fra i primi non preoccuparti.
Anche da fonti ufficiali ci arriva la conferma che questo aggiornamento dell'algoritmo di Google non avesse intenzione di toccare una sezione particolare del mercato. Danny Sullivan, public Search Liaison di Google, in una nota ufficiale, ha dichiarato che non sono necessarie correzioni, ma solo di rimanere concentrati nella creazione di contenuti di valore per i propri siti.
In effetti, monitorando i trend di performance di diversi siti, sembra che le variazioni in discesa si siano già fermate e che ci troviamo di fronte a una certa stabilità di posizionamento nella SERP. Quello che conta, quindi, è sempre di impegnarsi affinché il sito sia ottimizzato al meglio. I principali interventi a cui dobbiamo prestare attenzione sono quelli che riguardano la User Experience: Google punta molto a questo fattore per posizionare i siti in SERP.
Ogni SEO che si rispetti sa che Google premia i contenuti che siano completi e che offrano un'esperienza utile al lettore. L'impegno di un sito deve essere quello di fornire all'utente quante più informazioni possibili nell'ambito del settore di cui si occupa. Questo vuol dire creare contenuti interessanti, completi e ben articolati. Più Google riuscirà ad associare un contenuto alla parola chiave di ricerca, più il sito si troverà in alto nella SERP.
Già lo scorso anno Sullivan annunciò l'utilizzo da parte di Google di un nuovo "Neural Matching method". Si tratta di un sofisticato metodo per migliorare la comprensione delle parole chiave da parte di Google. Si tratta di una parte dell'algoritmo che va a cercare di capire il significato reale di quello che gli utenti stanno cercando su Google, in base ai termini di ricerca che scrivono. L'algoritmo riesce così a scegliere contenuti che contengano sinonimi e argomenti correlati, indipendentemente dall'uso che il lettore ne andasse a fare. Sullivan ha definito questa parte dell'algoritmo come il "sistema dei super sinonimi".
Ovviamente creare contenuti di valore non basta. Il lavoro che ruota intorno alla SEO è molto complesso e ogni sito dovrà essere curato in maniera ottimale. In questo modo non si dovranno temere i prossimi aggiornamenti dell'algoritmo di Google, che saranno sicuramente sempre più indirizzati verso il miglioramento dell'esperienza utente. In particolare bisogna tenere conto di:
Intorno a questi argomenti si potrebbe aprire un mondo, ma ci limitiamo a elencarli, in quanto non sono specificatamente l'argomento di questo articolo. Affidarsi a professionisti del settore è la soluzione ottimale per non rischiare di buttare via tutto il lavoro svolto. Assicurati di scalare le vette di Google senza essere travolto dalle valanghe dei suoi aggiornamenti. Exedere.it può assisterti grazie agli oltre 20 anni di esperienza nel settore SEO e web marketing. Contattaci per un preventivo gratuito.